In casa mia esiste una parola magica di quattro lettere: SURF. La si nomina spesso e volentieri, mai a sproposito, c'è sempre una ragione plausibile per parlare di surf e può essere un viaggio, un film, un record, un progetto di vita. Sono quattro lettere che celano una passione indicibile e solo chi la condivide riesce a capirne appieno gioie e dolori.
Ho imparato dal surf moltissime cose (non a praticarlo bene però) e vi chiederete come un action sport che prevede una preparazione atletica piuttosto importante, possa rivelarsi un insospettabile mentore. Ebbene, lo è. La sua anima terribilmente competitiva non si discute, quando sei in mezzo alle onde dell'oceano hai a che fare con una forza indomabile che devi essere in grado di gestire, eppure questo sport nasce con uno spirito di condivisione e rispetto. Le antiche popolazioni polinesiane salutavano le onde dell'oceano cavalcandole su lunghissime tavole in legno intagliate a mano, veneravano la loro potenza e la rispettavano. I surfisti di oggi sono certamente meno poetici, eppure molti di loro condividono appieno lo spirito dell'Aloha, un sentimento composito e trasparente vicino all'amicizia, all'empatia e alla solidarietà. Ho conosciuto uomini eroici che ogni giorno si ingegnano per portare bambini e adulti disabili in mezzo alle onde, ho visto sorrisi e sentito urla di pura gioia, stretto mani a donne e uomini fiduciosi della vita e grati di ciò che avevano perchè ogni giorno potevano ringraziare Dio e salire su una tavola. In fondo che si legga la Bibbia o il Corano poco importa, di fronte alla Madre Terra siamo tutti uguali, di fronte alla sua potenza siamo inermi, ogni uomo ha delle passioni e se la stessa passione può essere condivisa c'è la comprensione e la pace. Surfing 4 Peace è un'associazione che ha deciso di portare un po' di pace e allegria nella Striscia di Gaza, il fatto incredibile è che ce l'ha fatta! Dopo anni e anni di inutili burocrazie, imposizioni, stupidità di vario genere i ragazzi e le ragazze del Gaza Surf Club possono finalmente surfare ognuno con la sua tavola e dimenticare per qualche ora la guerra, le bombe e l'integralismo di Hamas. Quando ho letto questa notizia mi sono sinceramente commossa, sono le piccole cose che fanno la differenza, le piccole azioni...cosa saranno mai 24 tavole da surf contro decenni di progetti di pace? Niente e tutto. La pace non va progettata, va fatta. Punto.
Voglio raccontare questa favola a mio figlio sin da ora, fatelo anche voi e forse saranno migliori di noi.
Non posso nè voglio aggiungere altro, andate semplicemente a visitare il sito di Surfing 4 Peace e se avete Facebook iscrivetevi al loro gruppo qui. In questi giorni è stato presentato anche un surf movie sulla realtà del surf club di Gaza, su Tribalsurf.net un'intervista al regista . Last but not least il sito del surf club > The Gaza Surf Club
Aloha and Mahalo
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