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giovedì 30 dicembre 2010

Cacofonie post Natalizie e la scienza del sorriso.

Immaginavo che molti dei parenti che mi dicono leggere il blog in realtà non lo fanno, anche se ho la strana   sensazione che se dovessi parlare specificatamente male di uno di loro mi chiamerebbe due nano secondi dopo la pubblicazione con il post incriminato già stampato. La prova è che sebbene avessi scritto questa cosa qui, dove mi giro mi giro vedo mio figlio ipnotizzato da lucine colorate attaccate a scatole di plastica urlanti, trappole per le orecchie inventate in preda ad allucinazioni lisergiche, spero, credo, altrimenti non me lo so spiegare.
 Ah! Che Orrore!
Ma una volta spenti i cacofonici gingilli mi posso consolare guardando il mio albero di Natale e sorridere: anche quest'anno ha vinto lo spirito delle piccole cose, del pensiero fatto col cuore e/o con le mani, il resto si dimentica in fretta!
Vedersi recapitare un pacco dal postino è sempre un bel momento per me, mi piace da matti, anche perché provengono praticamente sempre da Etsy ultimamente, ma quando il regalo è a sorpresa, bhè, oooooh, stupore, oooh, meraviglia, oooooh, emozione. Occhio lucido. Maddai.
Se poi il regalo in questione è un angelo waldorf fatto a mano da Ilaria durante un laboratorio di educazione Steineriana, con bigliettino annesso che mi ha fatto commuovere e foto spettacolare dei pupi, bhè, ciao ciao, posso anche non aprire gli altri doni!






























Nemmeno ci siamo mai incontrati di persona, eppure la sintonia è forte con questa funky famiglia.
Sperò potervi presentare al più presto papà Thomas con un bel guest post, aspettando pubblico la foto della manina della loro ultimogenita Diana e non aggiungo altro. Anzi si: siete dei grandi, grazie infinite!

Tra i regali accarezza cuore c'è una renna, vista con la zia in un negozio di fiori di cui non mi ricordavo nemmeno più l'esistenza. Io adoro questa renna, la adoro, preparatevi a vederla fotografata in ogni dove e in qualsiasi stagione!
Grazie, grazie, grazie.

Ho ricevuto molti altri doni che ho apprezzato tantissimo, pensate che il mio sedere veste jeans organico, che il mio salotto è illuminato da una lampada a forma di teschio strepitosa e che la mia scarpiera sta esplodendo.

Resta il fatto che l'omino di pan pepato che mi ha confezionato Nina all'uncinetto è un vero tesoro, che ancora una volta ciò che sembra piccolo è invincibile e portentoso, che la scienza del sorriso è una scienza esatta che se insegnata come si deve ai nostri figli cambierà il mondo!


In smile we trust.

mercoledì 29 dicembre 2010

"Ci provo e ce l'ho fatta!" Un'idea ed un sogno possono cambiare la vita.


In questi giorni di nullafacenza da vacanza ho finalmente letto un libro che giaceva sul mio comodino da tempo. Mr. C l'aveva già letto e spesso, quando mi vedeva intenta a sfogliare le pagine di Vanity Fair, mi esortava a mollare il giornaletto e buttarmi sul tomo:"Ti piacerà, vedrai! Rimarrai a bocca aperta" e così ho fatto tanto che l'ho iniziato e finito in due notti.
"Il Ragazzo che catturò il vento" è questo il titolo del libro, scritto da William Kamkwamba e Bryan Mealer. William non è solo l'autore, ma anche il protagonista di questa storia di vita vissuta bellissima. William nasce in Malawi nel 1987 in un piccolo villaggio rurale: Wimbe. Come potrete immaginare la vita del villaggio africano non è propriamente la stessa che si può vivere da noi a tralasciando l'ovvietà ciò che rende unico questo ragazzo è la forza del sogno e la caparbietà nel realizzarlo. Una forza così grande e pura, vera, genuina da trascinarlo oltre il suo medesimo sogno, oltre ogni tipo di confine per lui immaginabile. Cos'ha fatto William? Ha costruito una pala eolica per dare elettricità alla sua famiglia, così da non dover mai più soccombere alla carestia. Certamente questa può essere un'operazione relativamente semplice se sei un ingegnere, un po' di meno se hai 14 anni, non puoi permetterti di andare alle superiori e hai letto solo un paio di libri di ingegneria, per giunta in inglese, senza l'aiuto di alcuno.
William l'ha fatto con la semplicità di un giovane uomo desideroso di imparare, consapevole che la cultura è alla base della vita civile e del cambiamento. Se le pale eoliche esistono, perchè non costruirne una così che non si sia obbligati ad andare a letto quando comincia a fare buio? Se l'elettricità esiste ma non è disponibile a tutti, perchè non trovare un sistema autogestibile che renda l'energia equa e fruibile anche nei villaggi più remoti? Se la soluzione alla carestia esiste ancor prima che questa cominci, perchè non applicarla? Con la sua pala eolica "patchwork" William non è riuscito solo a migliorare la vita della sua famiglia, ma a cambiare radicalmente la sua e a diffondere un messaggio così bello e potente da non poter essere ignorato. La sua pala l'ha portato di nuovo a scuola, in una delle migliori del continente africano, l'ha portato negli Stati Uniti, l'ha portato a scrivere un libro che Amazon inserisce tra la lista dei migliori 10 del 2009.
William ha fatto tutto da autodidatta, ha compreso che per andare avanti non puoi ignorare, se evolvi tu e condividi con chi ti sta vicino anche gli altri evolveranno e saranno migliori: "Ci provo e ce l'ho fatta".

William ora ha 23 anni, è in giro per il mondo e finalmente parla molto bene inglese. Per intenderci i libri che prendeva in prestito dalla piccolissima biblioteca di Wimbe erano in inglese, ciò che mi ha stupito è che lui ha fatto una fatica epica per leggerli, tradurli e studiarli, purtroppo moltissimi dei suoi coetanei italiani trovano pesantissimo anche solo cercare di capire il testo inesistente di una canzone dance inglese. Tristezza portami via.

Dopo aver appreso che Google non è una fiera pericolosa ed i computer non pesanti macchine, ma comodi e delle volte trasportabili, il "genio" del Malawi ha un blog > William Kamkwamba


Per me questo giovane uomo è l'ennesimo esempio della "Rivoluzione del Sorriso, la dimostrazione che il cambiamento arriva dal basso, dalle piccole cose e dai giovani. Non è un messaggio di speranza solo per l'Africa, ma per tutti.
Per il 2011 augurerò moltissime pale eoliche!!

venerdì 24 dicembre 2010

Babbo Natale esiste ed abita in Afghanistan


Dire ai bambini che Babbo Natale non esiste è una crudeltà, ma soprattutto una falsità.
Il Natale è una festa cristiana e festeggia la venuta di Cristo, ovvero l'Amore, sulla Terra. Sarebbe bene non dimenticare questo messaggio che, a dirla tutta, non ha un significato strettamente religioso e quindi può essere condiviso da tutti, a prescindere dalla loro fede. Ciò detto Babbo Natale o Santa Claus che dir si voglia è una trasposizione commerciale, fumettistica, semplicistica o più "filosoficamente" discettendo, iconica di questo Bene. Se intendiamo Babbo Natale solo come un ciccione amico della Coca Cola non avremo speranza se, al contrario, lo vediamo come un modo di essere possiamo continuare a scrivergli letterine ed affidargli sogni. Diventa un simbolo di Bene per cui, benchè lui medesimo non sia propriamente reale, il suo spirito lo è.
Quando ho letto l'intervista che la mia amica d'infanzia Sara ha fatto ad Andeisha Farid e pubblicato su Wise Society, ho pensato che sì, Babbo Natale esiste ed esiste nell'animo di questa donna eroica.
Non voglio aggiungere nient'altro se non il più caro augurio di Buon Natale a tutti, vi lascio al testo dell'articolo ed alle emozioni che vi susciterà.



La giovane donna afghana ha fondato nel suo Paese una Ong per offrire istruzione gratuita a oltre 600 bambini di etnie diverse. Un'attività rischiosa che le ha reso difficile la vita, ma che lei affronta a testa alta. Perchè, racconta, l'Afghanistan si merita un futuro migliore. Di pace e libertà

di Sara Donati


Andeisha Farid è una giovane e coraggiosa donna afghana: a soli 27 anni è considerata a livello internazionale una delle persone più attive, interessanti e capaci del panorama mondiale. È la fondatrice di Afghan Child Education and Care Organization, Ong che gestisce 11 orfanotrofi tra Afghanistan e Pakistan, con oltre 600 bambini di diverse etnie. L'ultimo in ordine di tempo è stato inaugurato il 2 ottobre 2010 nella città di Herat. Non si tratta di veri e propri orfanotrofi, ma di case-famiglia belle, pulite e sicure dove i bambini di tutte le etnie (che vengono accompagnati lì dalle loro famiglie o dalla comunità) imparano a vivere insieme e a studiare.

Quest'anno Andeisha ha ricevuto il premio "Global leadership", assegnato dall'organizzazione Vital Voices, che l'ha portata a Washington dove è stata premiata da Michelle Obama e Hillary Clinton. Nella capitale Usa la giovane donna afghana c'era già stata: quando fu scelta per partecipare al programma "10000 Women Program", istituito da Goldman Sachs. Una iniziativa che le ha permesso di aggiungere alla sua volontà e forza, una capacità imprenditoriale indispensabile per far crescere la sua idea.
Andeisha crede in valori semplici e trasmette una potenza serena, quando parla della fonte che alimenta la sua forza: la sofferenza delle donne afghane per le quali ogni giorno di più è decisa a lottare. Per la loro speranza che non si spegne, anche se si ritrovano sole, senza aiuto e senza un marito, Andeisha ogni giorno sente la spinta a mettersi in gioco per creare un futuro migliore per quelle donne ed i loro figli.
Dove ha trovato le risorse per portare avanti questo progetto?
Quando ero all'università e stavo ancora studiando, ho cominciato a lavorare in una scuola. Una scuola locale afgana dove facevo la coordinatrice e lì mi sono resa conto che molti bambini smettevano di frequentare gli studi perché non potevano permetterseli. Parlai con i genitori perché continuassero a mandare i figli a scuola, ma mi dissero che per loro non era possibile; i bambini dovevano andare a lavorare e guadagnare denaro per la famiglia. Allora parlai con la responsabile dell'istituto e le chiesi se poteva lasciar frequentare la scuola a quei ragazzi senza far loro pagare la retta, ma mi disse che sarebbe stato problematico, perché l'istituto andava avanti proprio grazie ai contributi degli studenti. Parlai con le persone afghane che incontravo, spiegai loro il problema. Ci furono diverse reazioni, alcuni aiutarono a pagare le tasse della scuola, altri l'affitto: riuscimmo a riportare a scuola venti bambini. Poi conobbi Paul Stevers, il fondatore di Charity Help International. Partecipando allo "sponsorship program" fui aiutata ad organizzare un sito web, dove misi le foto dei bambini ed i loro profili. Attraverso il sito web le persone potevano sottoscrivere un'adozione e mettersi in contatto con i bambini. Abbiamo visto che quel sistema funzionava molto bene, quindi lo abbiamo consolidato. Siamo partiti con 20 bambini ed ora abbiamo 600 bambini e 11 orfanotrofi.
Ha un modello al quale si ispira?
I miei modelli sono tutte le donne afghane che fanno una vita durissima e si sacrificano per permettere ai loro figli di andare a scuola. Donne che hanno perso i mariti e che non hanno nessun tipo di supporto per dare un'istruzione ai propri figli, ma nonostante tutto lottano con ogni mezzo, continuano ad essere ottimiste e credono nella possibilità che questo avvenga.

Ha incontrato delle difficoltà, in quanto donna, nel realizzare questa iniziativa?

Certo che ne ho incontrate! E' una grande sfida, come donna, lavorare in Afghanistan, una società dove i maschi sono i dominatori assoluti. Alle volte capita di incontrare uomini che sono addirittura stupiti del fatto che, come donna, io mi ponga delle sfide e degli obiettivi, proprio come loro. Per questo devo fare i conti con una grossa limitazione della mia libertà.Fino a due anni fa ero meno esposta, potevo ancora muovermi più facilmente, ma ora il problema della sicurezza è diventato pressante.Ora sono costretta a spostarmi sempre con le guardie del corpo. Questo rende la mia vita veramente difficile, non soltanto per me, ma anche per la famiglia.
Quindi negli ultimi tre anni la situazione è peggiorata nel suo Paese?
Sicuramente, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza. Gli estremisti talebani stanno diventando più forti ogni giorno ed il governo dà loro più potere; questo crea problemi alle persone comuni che debbono fare i conti quotidianamente con questa realtà.
Ora che lei è diventata un personaggio noto a livello internazionale com'è cambiato il suo modo di lavorare?
Le persone che ho incontrato, il fatto di poter viaggiare per me sono stati per me una grande fonte di ispirazione. Ho conosciuto donne indonesiane che dovevano fare i conti con gli stessi problemi che ho avuto io, provocati da una società chiusa e maschilista e questo mi ha dato una grande forza. Senti di non essere sola ad affrontare questo tipo di sfide e ti accorgi che altre donne continuano a lavorare pur dovendo risolvere tanti problemi quotidiani. Questo mi ha permesso di fare sempre di più per la nostra causa.
Esiste una parola nella mia lingua, "khak" che ha due significati: terra e madre terra, quindi nessuno può lasciare la propria madre terra realmente, questo significa sentire il mondo intero come la propria patria.
Com'è successo che il suo lavoro abbia avuto un'eco internazionale?
Quando la spinta che sostiene il tuo lavoro viene dal cuore, sei talmente onesto ed entusiasta di aiutare gli altri, che questo messaggio raggiunge un gran numero di persone senza che tu lo voglia. Vieni notato, anche se non è il tuo obiettivo. La cosa più importante è l'onestà di cuore. La ragione per cui io lavoro con tutta me stessa per questi bambini, per cui sono ottimista per il futuro dell'Afghanistan, è che ho capito una cosa: educare un bambino è come educare l'intera famiglia e l'intera famiglia influenza il villaggio ed infine l'intera società e la società avrà impatto sul mondo intero. Educando e istruendo anche un solo bambino puoi arrivare a cambiare tutto il mondo.
Come vede il futuro?
Attraverso il mio lavoro lo vedo con molta fiducia. Credo in un futuro luminoso per l'Afghanistan, perché penso che investire in una buona educazione per i bambini significa poter sperare in un domani migliore per tutta la nostra società. Quindi l'educazione di ognuno di questi bambini mi dà fiducia e speranza. Non più per la mia generazione, ma per quelle future. Sì, sarà un Afghanistan libero e pieno di pace. Io spero e lotto per questo.

AFCECO (The Afghan Child Education & Care Organization) video




Funky Christmas To All

Ci siamo Funky Familiys: è Natale!


Questa vigilia ci sembrava il giorno perfetto per annunciare il vincitore, o meglio, i vincitori del Funky Christmas giveaway organizzato con la mitica Anna di Mini Mocs!
Elisa, Daniele hanno vinto i vostri nanetti! Yupieeeeeeeee
Vi contatteremo via mail per i particolari, anche se mi farebbe molto piacere incontrarti di persona, cara Elisa.
Son contenta che Anna abbia scelto proprio voi perchè diciamocelo, due gemelli è roba da Wonder Funky Mama, altrochè.






Non ci resta che augurarvi un meraviglioso Natale, che sia l'occasione di un caldo scambio di affetto e veri sorrisi in tutte le vostre case. Concludo con una frase di Camilla letta su questo post qui su zelda was a writer:

Ecco cosa metterò sotto l’albero: la strenue convinzione che niente possa interrompere cammini lievi e dediti al bene. Che l’evidenza non sia mai verità per gli animi curiosi, che quello che cambia in realtà non toglie mai, che l’energia si muove sul taccuino delle addizioni, lo stesso con cui il salumiere ragiona sul conto della sua vecchia cliente.


FUNKY CHRISTMAN A TUTTI
le F. M.

giovedì 23 dicembre 2010

Babbo Natale ecofriendly!

Corse al regalo compulsivo, magari in macchina, a comprare regali nascosti sotto kg di packaging inutili: STOP!
C'è un mondo nuovo, mistico, che ti solletica i neuroni! Basta digitare Upcycled su Etsy per rendersi conto di quanto sia interessante la nuova frontiera del riciclo, qui la fantasia non ha limiti, le crafter di mezzo mondo lo sanno e stanno creando genialate che vi faranno passare la voglia di buttare il vecchio abat jour della nonna o l'obsoleto pantalone del pigiama del nonno..tutto è un potenziale tesoro!
Puoi appendere un vecchio scolapiatti al soffitto, metterci in mezzo una lampadina ed ottenere una bellisima lampada per la tua cucina oppure usare le vecchie tavole da skateboard del tuo uomo per creare degli scalini quanto meno stilosi, anche se al contrario di come appaiono nella foto, io, il grip ce lo metterei...
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Mi mangio le mani a pensare che quest'estate ho buttato via delle bellissime valigette di mia nonna che non sapevo proprio dove tenere...questo perchè non mi sono applicata, ora mi chiedo come sarebbe il mio salotto con uno di questi tavolini che evidentemente non mi merito.


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Visto che è Natale, ed io ho comperato l'albero un'ora fa, sono ancora in tempo a creare qualche ornamento con delle belle palle di libri, utilizzando così i resti di quei quattro libri che il mostro a delicatamente distrutto ieri mattina...per fortuna non era nessuno degli intoccabili preferiti da Mamma e Papà, pfiuuuu, che bravo, ha una giusta selzione anche mentre combina disastri mio figlio!

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Purtroppo non ho fatto in tempo ad ordinare  questi fantastici pastelli prodotti con gli scarti e i pezzettini di quelli vecchi per Riccardo e Leone, era già troppo tardi per riceverli in tempo...ma appena passato il delirio delle spedizioni di Natale questi micini qui non ce li leva nessuno!
L'idea è un pò la stessa di quando accantoni le candele finite e le rifondi assieme.

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Durante l'ultimo trasloco ricordo una lunga discussione su dove buttare i vecchi floppy disc: rifiuti tecnologici, plastica?

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Per il nuovo anno mi piacerebbe fare un post al mese con un progetto di recupero.
Dico mi piacerebbe perchè in realtà erano tanti i progetti che già da tempo avevo in mente, tra rubriche e rubrichette, ma la mancanza di organizzazione e il mio tempo tirannizzato dal mio piccolo gremlins adorato non mi hanno permesso di scrivere la metà delle cose che volevo, ma, c'è un quadernetto pieno di appunti qui vicino a me. Ci voglio credere, d'altronde è proprio questo il periodo giusto per i buoni proprositi, l'anno prossimo il mio note book sarà pieno di FATTO vicino ad ogni progetto, idee e stupidate varie partorite dal mio piccolo funky cervello!

mercoledì 22 dicembre 2010

Everyday life interiors = Apartamento



Sono certa che tutti voi conosciate Apartamento, se così non fosse dimenticatevi tutti i magazine di interior design in circolazione fatta eccezione per Case da Abitare. Nei giri di shopping natalizi che ancora assedieranno il vostro portafogli vi consiglio una capatina da 10 Corso Como per accaparrarvi l'ultimo numero nel magazine.
Acchiappatelo comunque perchè ne vale sempre la pena, ma trattandosi questo di un blog per mamme o presunte tali non potrete certo farvi sfuggire un colouring book di 10 pagine disegnato da James Jarvis! Più in generale non vorrete lasciare che il resto del mondo tranne voi abbia il supplemento bimbi di Apartamento curato da Benjamin Sommerhalder? Certo che no.
Quindi accorrete numerosi dalla Carla Sozzani.
Capisco perfettamente che starete leggendo questo post con un sopracciglio alzato. Ho snocciolato nomi manco fossero miei cugini e lo capisco, vi basti sapere che i citati non sono altro che giovani creativi, come piacciono tanto a noi: cosmopoliti, poliglotti, super nerd, super di nicchia e parecchio divertenti perchè divertono e lavorano divertendosi. Con ciò non voglio dire che siano dei buffoni di corte ma menti che sanno fare entertaiment, altra parola anglofona tristemente bistrattata oggigiorno.
Non ci credete? Date un occhiata qui www.nieves.ch oppure tornate sopra ed aprite il link che ho nascosto in James Jarvis e Benjamin Sommerhalder.
Buon divertimento.


martedì 21 dicembre 2010

Lettera a Babbo Natale di Zelda

Caro Babbo Natale,
mi chiamo Camilla, ho 33 anni e ho smesso di credere che tu esistessi poco prima di far fidanzare Barbie con Ken. Ora c’è da specificare che il mio Ken, in realtà, era una Barbie truccata: le avevo tagliato i capelli e disegnato i baffi; restava il seno prominente, ma io fingevo fossero pettorali. Avevo rubato una tutina da Lady Oscar ad un’amica delle elementari e così il mio Ken era quanto di più buffo si potesse aspettare da un uomo. Poi sono cresciuta e qualche Ken l’ho pure conosciuto... ma questa è un’altra storia.

Se tu potessi regalarmi un po’ di senno, quattro chili di serenità e cinque o seimila euro, io ti sarei sinceramente grata. Ma la verità è che se penso a tutti questi anni, ho capito che il vero regalo della Vita, quello che mi ha mantenuto sempre più o meno in piedi, io ce l’ho sempre avuto e penso di averlo ereditato da una famiglia stramba ma felice. Io riesco a far diventare le piccole cose grandissime fortune, un po’ come capitava a Cenerentola e alla zucca che diventava carrozza. Nel mio caso non si tratta di magia. Ma di sguardo, di punto di vista.
Source

Non ti chiedo nulla per me. Se sei d’accordo, vorrei che tu portassi le seguenti cose alle persone più care della mia vita.
Vorrei che Roberta Pulce Molteni avesse uno chauffeur e il teletrasporto. Il primo l’aiuterebbe ad ottimizzare i tempi di spostamento che le impediscono di vivere serenamente. Il secondo la porterebbe sempre a me, ogni volta che ci manchiamo un pochino. Vorrei anche un dosatore di bene, lo stesso che si usa per fare le torte. Lei sa cosa intendo, tu portalo e lo userà debitamente.


A Mari io regalerei uno specchio barocco, di quelli fatati, di quelli che dicono sempre e solo la verità. Se si guardasse lì dentro capirebbe quanto è preziosa e non minimizzerebbe ogni volta che glielo dico. Portale anche una collana bellissima, per favore. Fatta di agata, che poi è la mia pietra preferita. Vorrei che in futuro potessimo farci un week-end al mare, fatto di poche parole e tantissimo orizzonte. Ecco, se non ti scoccia, portaci anche quello.

A Nina, se sei d’accordo, regalerei Marsiglia. La incoronerei Regina di Marsiglia! Con una casa che guarda all’infinito e un bellissimo negozio di vintage, in cui possa scrivere lettere d’amore a marinai che doppiano Capi di Buona Speranza e preparare buonissimi tè delle cinque con le clienti amiche.




Alla Bos porta per favore il tempo. Mi aspetto grandissime cose dalla mia socia e vorrei che avesse più spazio per realizzarle tutte. Poi, siccome una volta mi ha detto: - Tu lo sai che noi vinceremo un Oscar?!, vorrei che per l’occasione lei avesse un vestito Chanel, perché Clelia è molto Chanel, non c’è che dire.

Vorrei che la Essa potesse trovare il suo punto di tutto. Vorrei che ci fosse un luogo bellissimo che la protegge e che lei ritrova sempre. Perché per me, e per tantissima gente appassionata, la sua riuscita, la sua felicità e il suo solleticare la pancia del Divino rappresenta la Speranza pura. Per i nostri piccoli passi, i tentativi, i risvegli di mattine buie e fredde. Per la bellezza del cuore, per il ritmo dell’anima.


Vorrei che Leone e Riccardo avesse un futuro in cui i giovani possono credere senza sembrare pazzi, li vorrei sereni e amanti delle donne. Vorrei che l’esempio delle loro Funky mamas li rendesse uomini indipendenti, abitati da sogni e certezze di bene. Li vorrei coraggiosi e rispettosi. Per quest’anno regala loro solo la felicità dei pargoli. Sono sicura che il resto verrà da sé.

Per tutti gli altri, vorrei che fosse Amore. Vorrei che ce lo si dicesse senza paura. Vorrei meno reticenza e più trasparenza. Vorrei che certi miei amici capissero che certi periodi sfigati anticipano la risalita, che i grandi buchi neri possono venire riempiti e che per una salita ardua ci sarà sempre e comunque una vetta. E poi un magnifico panorama.


Grazie Babbo Natale. Per la pazienza, prima di tutto. Arrivata alla fine di questa lettera penso proprio che tu esista. E ti dirò di più, secondo me non tutti i Ken sono truccati.






lunedì 20 dicembre 2010

Letterina a Babbo Natale da un aiutante a progetto

Fonte

Caro Babbo Natale, tu sei pazzo!
L'anno scorso, durante lo stage da te, pensavo averle viste tutte, invece è molto più dura di quanto sembri!
Ora la cosa più importante è finire i regali in tempo e accontentare tutti i bambini, ma già dal 25 dopo pranzo preparati: assemblea sindacale con tutti gli elfi, gli gnomi, la Befana  e gli aiutanti a progetto come me.
Direi che il minimo, dopo questo tour de force da schiavi, sia un bonus, tipo giornata pacchetto all inclusive all'hammam della rosa oppure inventati una quindicesima. Cribbio.
Vero è che pensando allo stupore negli occhi dei bimbi dopo il tuo scomodo passaggio tra un camino e l'altro potrei già sentirmi, come mi dicono tutti i tuoi elfi mentre mi lamento, completamente gratificata e onorata, ma se per caso mi arrivasse uno di questi pensierini che mi girano per la testa ne sarei molto felice, sai?
Per esempio questo cervo anticato da appendere alla porta potrebbe ricordarmi di te tutto l'anno, ad ogni toc toc, pensa che bello!
Non ti chiederò una casa su un albero, altrimenti dovrei chiederti anche una casa tout court con giardino, ma questa bellissima edizione di New tree houses of the world di Pete Nelson mi riporta al sognare ad occhi aperti, per favore chiedi all'elfo libraio, o dovrò chiedere alla Befana...


Per finire una coccola ai miei piedini infreddoliti: questo paio di Toms shoes che punto già da un pò di tempo!
 

Sai bene che non è poi così importante, per me, vedere realmente uno di questi doni sotto l'albero ( non è vero, non vale per the tree houses, ti prego, ti prego, ti prego) ma fa che almeno il giorno di Natale regni la totale leggerezza dell'essere, che sfarfalli su tavole imbadite a festa tra sorrisi veri e caldi abbracci.

Buon Natale

venerdì 17 dicembre 2010

Caro Babbo Natale sei Top

Ciao Babbo Natale, sono Chuky quello che pensa che Kant sia 4ever, ben ritrovato! Scriverti ogni anno è come andare dal prete e confessarsi. Qualche peccato l'ho commesso, non lo nascondo. Il prete mi avrebbe dato 78 ave marie da recitare, tu invece so che per la mia onestà, accoglierai la mia confessione con il classico spirito natalizio, perchè come da secoli insegni, a natale siamo tutti più buoni. 
Tra le altre cose questo è stato anche un anno abbastanza disgraziato e per dimenticare ho assolutamente bisogno che tu riceva la mia letterina, sia mai che in magazzino, dopo aver esaudito tutte le richieste dei bambini, tu abbia giacenze che devi far fuori e guarda caso proprio di cose che potrebbero fare al caso mio. Comunque, io la letterina te la mando. Vedi un po' cosa puoi fare. 
La prima cosa che mi piacerebbe ricevere è il SegaToiletteSistem, il videogioco da usarementre fai la pipì. Per unire l'utile al dilettevole. 


Dopodichè mi piacerebbe tanto arredare la parete del mio soggiorno con una serie di lampade Pixel di Kundalini. Una è piccola: per una parete grande ci è voluto un grande pennello e ora ci vogliono tante lampade Pixel. Pensa che scenografico sarebbe. 


Per poterti far veder come cambierebbe il mio soggiorno con almeno una diecina (grande mike!) di lampade pixel, una Sony Cyber-Shot NEX-5 sarebbe l'ideale. Fa certe panoramiche che riuscirei a farti in unico scatto il ritratto a te, le renne, gli elfi, la befana e tutta la mia famiglia. 

Mi piacerebbe aiutarti nel tuo mestiere ma avrei bisogno di ripararmi dal freddo e dai virus che ci sono in giro in questo periodo. Ma non ti preoccupare perchè un rimedio c'è: è la felpa Black Sars-guard di Ruffeo Hearts Lil Snotty. 


Io sono un geek ed è per questo che se non ti dispiace aggiungerei anche una serie di gadget che punto da mesi. Sono uno più top dell'altro...oltrettutto li puoi trovare tutti nello stesso posto, su thinkgeek  



L'ultima cosa, giurin giurello. Ho una fantastica Botox Box in cui tengo il profumo piu top, ma sta per finire...e vorrei tanto poter continuare a tenerlo in questo ritrovato geniale di rockingchair...Il profumo è Lavandula di penhaligon's

Grazie Babbo, grazie davvero. 

P.s. Sappi che sto per diventare uno spadaccino quindi ti aiuterò nella lotta contro il male. Ogni bimbo di sta terra cosi potrà scriverti. Fammi anche sta cortesia: cerca di esaudire tutte le richieste dei bimbi della terra. Poi pensa a me. Sei top

La mia letterina per Babbo Natale

Caro Babbo Natale,

so che sei impegnatissimo in questi giorni, chissà che parapiglia lì dalle tue parti, tanto più che con tutto quel freddo farete man bassa di crema per le mani e burro cacao. Spero tu abbia una farmacia comoda....oh già, le tue renne possono fare il giro del mondo in una notte, dimenticavo la magia. Se ti trovi senza la mia crema è nella mio personalissimo beauty case ricamato "The Original DJ mama".
Veniamo a me, ovviamente sono stata buonissima e pertanto spero fino all'ultimo che tu sia così magnanimo da portarmi proprio tutto, tutto, se così non fosse capirò perfettamente...però scordati bicchieri di latte e biscotti, sei parecchio tondo ed i grassi insaturi non giovano alla salute

#1 questo bel cappottino in seta di Kokoon scovato tra le pagine di Cosebelle e mai più dimenticato

#2 le Reebok Easy Tone, così posso far finta di rassodare le chiappe anche camminando.


#3 una carretata di prodotti Lush in particolare questa cappelliera: My Fair Lady


#4 La lampada da comodino Eclisse di Vico Magistretti per Artemide.

giovedì 16 dicembre 2010

MINI MOCS GIVEAWAY!!!

Ancora pochi giorni a disposizione per  mandarci le foto dei piedini dei vostri amati pargoli e avere così la possibilità di vincere un paio di favolose Mini Mocs.
Ma ve lo abbiamo detto che pur essendo in morbida pelle vanno in lavatrice?
Eh si, si!
Cominciamo a pubblicare un paio di foto  di zampette che ci avete mandato e ricordatevi, avete fino a domenica!

mercoledì 15 dicembre 2010

Anche stavolta abbiamo esagerato: Il grande Circo delle pulci (again and again)


Ci risiamo! Quando torniamo da queste splendide giornate e scarichiamo le foto mi blocco davanti al numero improbabile di scatti, Ah, direbbe Chucky.
Due tazze di tisane e parte la discussione:
"Vengono fuori dieci post Cherie dobbiamo eliminarne un sacco"
"Ma no, son così tante?Bhè in effetti. Questa tienila però, è bella..Anche questa1"
"Anche no, o una o l'altra, finirà come l'altra volta che abbiamo dovute caricarle in due post!"
" Ma vaaa, faccio io, ma no. Adesso ne elimino un tot."
Chi ha sempre ragione?












 

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